26-06-2015
Contro lo spreco alimentare i supermercati britannici Tesco donano il cibo invenduto alle associazioni benefiche.
Cosa fare del pane, della frutta e della verdura rimasti sugli scaffali a fine giornata? La catena di supermercati britannica Tesco ha introdotto uno schema per donare il cibo invenduto ad associazioni benefiche. Il progetto, già attivo in Irlanda, verrà sperimentato in 10 punti vendita del Paese e successivamente verrà esteso a tutto il territorio. Nel 2014 Tesco ha buttato via 55.400 tonnellate di cibo, di cui 30.000 ancora perfettamente commestibili. Una tonnellata in meno rispetto al 2013. “È il primo grande passo che abbiamo fatto in questa direzione e speriamo che segni la fine del bisogno di gettare via cibo commestibile nei nostri negozi” ha spiegato alla BBC l’amministratore delegato Dave Lewis “non sprechiamo molto cibo nelle nostre operazioni, ma quell’1% che buttiamo via ammonta a più di 50.000 tonnellate.” Il restante 99% viene buttato via dai produttori o dai consumatori finali. Tesco è molto sensibile su questo argomento e cerca di aiutare i clienti a non sprecare, ad esempio eliminando le offerte 2×1 su frutta e verdura. La catena ha come partner in Regno Unito `FareShare`, associazione benefica per la ridistribuzione del cibo, e in Irlanda `FoodCloud`. I direttori dei punti vendita useranno l’app “FareShare FoodCloud” per far sapere alle organizzazioni benefiche la quantità di cibo avanzato ogni giorno. Queste potranno accettare la richiesta, andare a ritirarlo gratuitamente e poi riutilizzarlo. FareShare, che da vent’anni si occupa di consegnare cibo in eccesso a chi ne ha bisogno, avrà il ruolo di supervisione del processo. Il cibo deve essere in confezioni integre, non aver superato la data di scadenza, conservato alla giusta temperatura e privo di ammaccature o alterazioni microbiche visibili nel caso dell’ortofrutta. La scelta è importante perché in passato molto di questo cibo, ancora del tutto commestibile, veniva destinato a mangime per animali. Anche Asda e Sainsbury’s, altre due importanti catene di supermercati in Regno Unito, collaborano con FareShare per riutilizzare il cibo che verrebbe buttato via ancor prima di raggiungere lo scaffale. Infatti, capita che nei magazzini venga consegnata troppa merce rispetto alla quantità di cui i supermercati hanno effettivamente bisogno, e siano impiegate risorse perché questa venga rispedita al mittente che si occuperà dello smaltimento. In Italia sono già presenti Banco Alimentare e l’app BringTheFood; molte catene hanno degli accordi privati con associazioni e onlus indipendenti che si occupano di ridistribuire il cibo inutilizzato. Si tratta solo di formare delle collaborazioni con i supermercati per creare un metodo sistematico come quello britannico. È inevitabile che ci sia della merce rimasta invenduta a fine giornata e al momento la sua unica destinazione è il bidone. Il surplus dei supermercati deve diventare una risorsa su cui le associazioni benefiche possano contare con regolarità. Da: ilfattoalimentare.it