21-02-2015
Ma di cosa si occuperà Expo?: il discorso del Ministro Maurizio Martina all`evento `Le Idee di Expo`, Milano 7.02.2015.
`.......Abbiamo dimostrato la potenza dei contenuti che l`Esposizione ci può offrire e il ruolo che l`Italia può avere nel condurre questa discussione. Si tratta di una grande ambizione, ma tanto più da oggi, penso davvero sia alla nostra portata. Credo non sia mai accaduto che l`apertura di una Esposizione universale fosse preceduta da un lavoro sui contenuti di questa portata. Pochi giorni fa sono state selezionate le migliori pratiche in campo agro-alimentare e della nutrizione fra ben 780 proposte arrivate da tutto il mondo. Esperienze che verranno raccontate e conosciute grazie a Expo. Pensate che il primo progetto selezionato riguarda la gestione sostenibile dei pascoli in Mongolia, dove il degrado dei pascoli arriva a colpire il 70% del territorio e solo grazie ai pastori nomadi che si organizzano in gruppi di utenti si riescono ad attuare misure di prevenzione. Nel 2013 in Mongolia sono stati riabilitati 3,4 milioni di ettari di pascoli degradati, proprio grazie all`azione di 700 gruppi di pastori in rappresentanza di oltre 40mila famiglie. Potremo poi conoscere e aiutare le cooperative agricole in Niger, supportare i piccoli produttori di caffè del Guatemala, dare una mano al progetto per il Latte in Tanzania o sostenere il lavoro della Banca del cibo per gli indigenti. Queste e tante altre buone pratiche da tutto il mondo saranno il cuore e la forza di Expo. Sarà decisivo vivere lo spazio espositivo come il luogo della conoscenza e del sostegno a queste esperienze di vita quotidiana, e conoscere cibi e cucine. Ricordandoci dell`insegnamento di Mario Soldati quando scriveva che `il modo più facile e diretto di conoscere un popolo è praticare la cucina che lo abita`. Di certo nessuna Esposizione Universale si è misurata - come vogliamo fare noi - con l`idea di una eredità immateriale costruita innanzitutto sulla partecipazione consapevole a impegni e responsabilità. Seguiremo il solco che ci ha indicato uno straordinario interprete del nostro tempo come Ermanno Olmi, quando ha detto: `Viene prima l`onestà di chi produce, poi c`è il mercato` . La Carta di Milano ci aiuterà in tutto questo. Sarà un grande atto di consapevolezza, per i cittadini, le imprese, le associazioni e le istituzioni. Sarà il nostro contributo al confronto internazionale per la definizione all`ONU dei prossimi obiettivi del millennio. Darà forma al dialogo fra noi, con i paesi partecipanti, con tutti coloro che vogliono prendere sul serio il tema: nutrire il pianeta, energie per la vita. Indicherà impegni essenziali dal punto di vista scientifico, ambientale, sociale e culturale, economico e politico; svilupperà il tema sapendo che `nutrire non è solo alimentare` come ci ricorda bene Umberto Veronesi; metterà a fattore comune ciò che ci unisce e che può farci lavorare insieme, oltre le singole sensibilità. L`Italia è stata davvero lungimirante, otto anni fa, a porre proprio la questione alimentare globale al centro della sua proposta espositiva, perché il diritto al cibo ci pone un grande tema di equità e di giustizia, di sovranità, di lotta alle diseguaglianze, di ridistribuzione delle possibilità, di difesa delle civiltà contadine e di salvaguardia della biodiversità, di tutela di beni essenziali come acqua e terra. Qualcuno ha parlato, giustamente, di giustizia agricola. Ci pone il tema di un cambio di paradigma nei modelli di sviluppo. Ci interroga sui grandi paradossi dello spreco, dell`obesità e della fame. Ci permette di non dimenticare che il cibo è anche un elemento essenziale che lega tutte le religioni del mondo. Ci obbliga a ridefinire concetti come potenza e limite, e a proporre scelte politiche. Come quella di arrivare presto in Italia alla prima legge sul consumo di suolo agricolo, o come quella di introdurre chiaramente il `diritto al cibo adeguato` nelle nostre costituzioni. Ad oggi solo 23 paesi hanno inserito un espresso riconoscimento costituzionale e circa un centinaio invece lo riconoscono indirettamente. Sarebbe importantissimo prendersi questo impegno e, nell`anno di Expo, primi in Europa, introdurre il Diritto al Cibo nella prima parte della nostra Carta Costituzionale. Penso che anche nella sfida sulle idee di Expo l`Italia possa trovare la sua funzione e la sua specificità nel tempo della globalizzazione. Più volte abbiamo evocato per il nostro paese l`idea di un `potere gentile` unico al mondo, fatto di bellezza, saper fare e di innovazione. Penso proprio che l`Esposizione universale di Milano ci aiuterà a riconoscere i nostri punti di forza........`