15-06-2015
Multifunzionalità dell`impresa agricola: agribirra e orzo in filiera corta. Con la trasformazione in azienda, anche i cereali non sono più una commodity, ma prodotti ad alto valore aggiunto: la storia
`Per la pulizia delle superfici con cui vengono a contatto le birre, dalla fase di fermentazione all`imbottigliamento, utilizziamo dei prodotti enzimatici e non chimici, che aggrediscono solo le componenti organiche come lo sporco, lieviti o batteri`. Queste accortezze danno chiara l`idea della cura che Enrico Treccani mette nel suo lavoro, da quando ha deciso di ampliare il perimetro della sua azienda agricola, passando dalla semplice coltivazione dell`orzo fino alla sua trasformazione in birra nel suo agribirrificio il `Luppolaio`. Tutto comincia dall`azienda di famiglia, ad Asolo, nel Mantovano, con 27 ettari coltivati a mais in rotazione con grano, orzo, colza e loietto. `Grazie alla normativa che dal 2010 ha inserito la produzione di birra tra le attività connesse, quella che per me era una passione artigianale, è diventato un lavoro agricolo - racconta Enrico. Tutto mi spingeva a fare il grande passo: per prima cosa la qualità del nostro orzo, le cui caratteristiche erano particolarmente indicate per fare la birra. Poi però c`era da affrontare il problema della malteria: può sembrare strano, ma nel Nord era difficile trovarne, bisognava andare nel Lazio o in Basilicata`. E quindi cosa avete deciso? `Beh, stando così le cose abbiamo pensato: se proprio dobbiamo allontanarci dalla nostra azienda, tanto vale allora affidarsi ai migliori del settore: così da anni collaboriamo con una malteria austriaca (sicuramente i maestri in questo campo) per far maltare il nostro orzo, che ci viene restituito lavorato. Pregiati luppoli e lieviti selezionati concorrono alla qualità finale del prodotto`. Dal punto di vista economico - finanziario come avete proceduto? Il passo decisivo è stato il birrificio, ma una volta realizzato, grazie anche al sostegno della misura 311 del Psr Lombardia, occorreva poi pensare al passo successivo, forse il più difficile, la commercializzazione. Negli ultimi anni si è moltiplicata l`offerta di birra di qualità, che ha trovato un suo mercato. Il consumatore ideale di birra artigianale (dove il birraio compra l`orzo da terzi) o agricola ha sui 25-35 anni, è indifferentemente uomo o donna e, naturalmente, frequenta locali dove è garantita una certa qualità del prodotto. Per quanto riguarda la birra artigianale, se da una parte l`artigiano può avere un prodotto meno tracciabile, in compenso può offrire un prodotto dal sapore stabile, caratteristica apprezzata. Di contro, è evidente il vantaggio di avere un ciclo di produzione riconducibile interamente all`agricoltore, anche per la creazione di un rapporto di fiducia. Comunque non mi piace tanto parlare di differenze fra birra agricola e artigianale, quanto di birra di qualità, che è quello che ho sempre perseguito è che ci ha permesso di vincere il terzo premio al Concorso Birra dell` anno nel 2013 e nel 2015` Per un prodotto che vuole vendere sul mercato, basta la qualità? `No, se ci affidassimo solo alla qualità rischieremmo di scomparire dai radar del mercato. Ci vuole grande attenzione a marketing e comunicazione: dai nomi della birra (vedi le nostre ` Bucolica` o ` Castellana`), alla partecipazione a manifestazioni e fiere ma, soprattutto, ad eventi nella nostra azienda, che naturalmente devono rispondere a un gusto che possa piacere al nostro consumatore tipo. E per il futuro? `Senza dubbio l`obiettivo è di aumentare la capacità produttiva ed espandersi all`estero. Al momento, infatti, anche se si trova l`estimatore giusto in Paesi del nord Europa come Danimarca o Svezia, che hanno un mercato più ampio di birra, è difficile se non impossibile far fronte a richieste di grandi forniture. E comunque noi produciamo 62.000 litri l`anno`. Insomma, dalla malteria austriaca al mercato svedese, il senso è che i passi in avanti devono essere graduali e che, comunque, per crescere bisogna sempre avere un occhio sulle best practices estere e sui mercati più importanti per il proprio prodotto. Di Andrea Festucci